"L’uomo crede di volere la libertà, in realtà ne ha una grande paura. Perché? Perché la libertà lo obbliga a prendere decisioni e le decisioni comportano rischi" (Erich Fromm)

"GENTILISSIMI GENITORI..." LETTERA ILLUMINANTE DI UNA MAESTRA MONTESSORI


Gentilissimi Genitori,

Comprendo le difficoltà ed il momento impegnativo, così come possa essere per un bambino veramente difficile trovare una motivazione quando le giornate siano tutte uguali e subentrino sempre più sentimenti di diversa natura: noia, frustrazione, tristezza, rabbia, senso di solitudine e così via. 

I bambini hanno un senso del tempo diverso da quello che hanno gli adulti: per loro sembra non passare mai, il dopo o tra una settimana o un anno valgono più o meno lo stesso.
Come fare per cercare di gestire queste pressioni con i bambini?

In primo luogo non pensare assolutamente di dover rivestire il ruolo di insegnante. Voi dovete sempre fare leva sul Vostro ruolo genitoriale, il che non significa che sia semplice, né che ci sia una regola da seguire.

Riprendo le riflessioni di Maria Montessori: affinché l’adulto (genitore/ insegnante/ ...) possa relazionarsi al meglio con il bambino occorre superare l’eterna lotta che contraddistingue il rapporto tra i due attori che nasce dall’inizio dei tempi, da quando l’adulto ha modificato a poco a poco l’ambiente ed i bambini hanno subito, adattandosi non solo all’ambiente sempre meno naturale, ma alle regole ed ai tempi definiti dagli adulti stessi. 

Continuando con le indicazioni date dalla Montessori, è necessario che l’adulto, per approcciarsi al meglio con i bambini, faccia “pace” con il bambino che egli stesso era. Ognuno di noi, nella nostra crescita, ha provato svariati sentimenti nei confronti degli adulti, timore di un giudizio, frustrazione, oppure ha lottato per imporre la propria personalità.

Ecco, ora davanti a Voi avete un bambino che Vi chiede solamente la Vostra attenzione, che non è lo stesso bambino che eravate Voi e che non dovete preservare da tutto e tutti perché deve vivere la sua vita e fare esperienze ovviamente in sicurezza.

L’attenzione di cui necessita non è nei compiti, perché diventerà legato con le catene sempre a qualcuno, dipendente perché insicuro, ma nel giocare, nell’essere ascoltato.

Lo so che tutto ciò da Voi viene svolto, ma ognuno di noi a fine giornata deve riflettere se effettivamente stia richiedendo al proprio figlio l’espletamento di un bisogno da lui richiesto o semplicemente ciò che appare necessario per noi. È un cammino lungo, che permette un po’ alla volta di non considerare i nostri figli né una nostra emanazione a nostra immagine e somiglianza, anche nei desideri e sentimenti, né deboli nell’affrontare errori e frustrazioni. 

Il ruolo genitoriale è il perno attorno al quale ruota non solo l’educazione, ma anche lo sviluppo dell’autonomia e la fiducia in sé stessi. La maestra segue a ruota, ma può ben poca cosa se il bambino non abbia raggiunto in sé la consapevolezza che possa volare e cadere in autonomia, senza che questo possa causargli del male
Come si fa? Perché fino ad ora sono solo parole, penserete Voi, giustamente.

Si fa prendendoli per mano, accompagnandoli a fare insieme attività di vita quotidiane che vedono da Voi fare e Voi con fiducia, mostrandogli come si fa senza dire “ecco vedi come si fa” cominciate a fare insieme per poi lasciate fare a loro, magari in un modo diverso dal vostro, senza dire “ora fai tu”, ma aspettando che siano loro a dirvi "faccio".

Svolgere a casa attività di vita quotidiana significa prendere la misura con tempi e pesi, ragionamenti logici di causa-effetto, sviluppo di movimenti della mano, motricità fine. Quando arriverà il momento di svolgere un'attività da loro scelta, la faranno con più fiducia nelle proprie capacità per cui non sarà più necessario avere l’adulto che li conforti o che debba elogiarli e che sia la propria approvazione, perché queste richieste saranno già state superate ed introiettate.

Le scelte delle attività da me indicate non devono seguire una scadenza o un ordine, né pensare che per un materiale il tempo impiegato di dieci giorni sia un tempo perso. Assolutamente no. 

Se siete Voi in apprensione, i bambini avvertiranno questo sentimento e non Vi lasceranno più perché smarriti, non sapendo davvero come fare e tutto sembrerà loro una incognita. Sono piccoli. Dobbiamo dare loro certezze. E la certezza siete Voi con la Vostra serenità, che comunica che non stanno perdendo tempo, ma stanno costruendo con Voi e grazie a a Voi le ali per volare.

Non so se quanto abbia voluto esprimere sia realmente stato espresso da me in modo esauriente ed esaustivo. Iniziate con i Vostri bimbi a proporre attività quotidiane, come preparare una torta, pulire una tavola, mettere in ordine la cucina, apparecchiare. Queste sono occasioni che potrete un po’ alla volta delegare e di sera accompagnarli nel momento della notte con una lettura a luce fioca, stesi accanto a loro, in modo che il Vostro profumo li rassicuri. Esortateli quando è necessario, lasciate correre quando si può. Poche regole, ma sempre da rispettare, necessarie per la convivenza.

Che dire. Avrei ancora tanto, ma credo di essere stata prolissa, non per insegnarvi, ma per suggerirVi alcuni accorgimenti tratti dalla Montessori e dalla mia esperienza di mamma.

Io non ho mai fatto la maestra con mio figlio, ma solo la mamma. Di errori ovviamente ne ho fatti tanti, ma ho imparato a perdonarmi, a non essere il suo centro, né a pretendere di avere sempre tutto sotto controllo.

Perché io sono io e lui è lui. È pericoloso sovrapporre i ruoli e ora non dovete cadere in questa trappola

È difficile, ma si può fare.

Serena fine Pasquetta a tutti

Cristina